La tradizione di produrre vino della famiglia Vitacchio iniziò nel 1921 quando il “nonno”, come lo chiama Emilio, acquistò i terreni, la casa e la cantina dell’attuale azienda. In quegli anni si cominciò a coltivare la vite e commerciare vini sfusi nelle osterie dove “l’ombra” era l’unica e insostituibile bevanda.

Continuò il padre, il Cav. Guerrino, che negli anni sessanta, insieme ai figli, procedette alla ristrutturazione dei vigneti e iniziò i primi imbottigliamenti di Vespaiolo, Cabernet e Pinot Grigio.

Con l’istituzione nel 1969 del disciplinare di produzione Breganze Doc, l’azienda ne iscrive i suoi vigneti con la matricola n°4.

Dopo del cavaliere prese in mano le redini dell’azienda l’attuale titolare, Emilio Vitacchio, che dette una svolta alla produzione dei vini puntando esclusivamente alla qualità e dimostrandolo con l’ottenimento di numerosi riconoscimenti in mostre e concorsi.

Lavoratore instancabile della vigna ma anche abile “Winemaker” in cantina, fa del Torcolato la sua ragion di vita. Possiamo dire che Emilio abbia dato l’anima a questo vino, partendo dalla sua produzione fino a tanto impegno promulgato nella sua promozione e culminato con l’ottenimento della Doc per il Torcolato nel 1995.

I nostri antichi torci
Le nostre antiche botti

Emilio fonda nel 2002, insieme agli altri soci, La Magnifica Fraglia del Torcolato doc di Breganze, un sodalizio di produttori ed personalità di spicco della cultura e del mondo imprenditoriale vicentino che si impegna a promuovere e diffondere in Italia e nel mondo questa perla enologica della Pedemontana Vicentina.

Lodevole inoltre il suo impegno nel portare avanti antiche varietà di uva nella zona di Breganze, come Marzemina Bianca, Refosco e Groppello, vere e proprie rarità destinate altrimenti all’estinzione.

Emilio si avvale poi della collaborazione del figlio Massimo Vitacchio che, dopo gli studi all’Istituto tecnico industriale, si diploma come Sommelier nel 2004. Massimo, oltre a uno spirito giovane e un desiderio di innovazione, apporta in azienda una nuova filosofia, quella di “produrre meno produrre meglio”, più che mai convinto che la qualità del vino si faccia più in vigna che in cantina.